La storia del Duomo


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La Parrocchia di S. Stefano Papa e Martire (Duomo) fu la prima a sorgere a Rovigo.
Per qualche secolo, fu l’unica ad avere il Battistero (Dometto), sulla cui facciata era affrescata l’immagine della Beata Vergine delle Grazie, che venne demolito per far posto all’attuale Duomo. Attualmente la parrocchia conta circa 10.000 abitanti distribuiti in una zona che da dentro le antiche mura si estende in quasi tutta la parte ovest di Rovigo (Quartiere Tassina) e confina con le Parrocchie: Ss. Francesco e Giustina, S. Bartolomeo Apostolo, Cuore Immacolato di Maria, S. Rita da Cascia, S. Zenone in Borsea, S. Maria Assunta in Grignano Polesine, S. Pio X.  

L’origine della chiesa è del tutto ignota: solo a fil di logica si può collegarla all’origine dell’abitato, e quindi, probabilmente, fra l’VIII e il IX sec.: il primo documento che attesta, sia pure indirettamente, dell’esistenza della chiesa risale al 964, e si limita a fornire la citazione di un Leo arciprete di Santo Stefano di Rovigo.
E’ probabile che dopo la metà dell’XI secolo la chiesa sia stata ricostruita: la notizia è fornita dall’Ughelli nella sua monumentale storia delle diocesi d’Italia, pubblicata nel XVII sec., ma non è documentata: tuttavia ben s’accorderebbe con la fase di espansione che ha caratterizzato Rovigo in quell’epoca. Annesso alla chiesa, ma da esso distinto, doveva essere il battistero. Ricostruito nel 1361, come ricorda una lapide sopravvissuta, ebbe forma di chiesetta a pianta longitudinale.
Fonti settecentesche descrivono la fabbrica in laterizio, di impianto gotico e che sulla lunetta della porta aveva affrescata un’immagine della Madonna col Bambino. Probabilmente attorno alla metà del XV secolo si ebbe un’ulteriore ricostruzione della chiesa: il nuovo Duomo fu consacrato nel 1461.
Di questa costruzione abbiamo un disegno, sia pure non del tutto comprensibile, nella veduta prospettica di Rovigo edita dal Mortier.

Dalla relazione della visita pastorale del 1474 si apprende che quel Duomo aveva cinque altari e che era in condizioni del tutto soddisfacenti, indizio della sua edificazione relativamente recente. Il Duomo attuale Circa due secoli dopo la chiesa risulta già gravemente compromessa, tanto che nel 1691 si pone con chiarezza il problema della sua ricostruzione e se ne coinvolge il Consiglio cittadino dal momento che nel Duomo si celebravano le cerimonie ufficiali a cui intervenivano il podestà, i regolatori, il Consiglio.
Alle offerte dei fedeli la città aggiunse un primo proprio contributo di 2.000 ducati, ricavati dall’aggregazione al Consiglio di due famiglie cittadine; altri ne seguiranno, tutti faticosamente escogitati e realizzati.

Nel 1696 i lavori poterono cominciare. Il progetto, fornito dal padovano Girolamo Frigimelica Roberto, prevedeva una costruzione di dimensioni pressoché doppie rispetto alla precedente. La prima pietra venne benedetta dal vescovo Carlo Labia, e per l’occasione venne coniata una medaglia d’oro con inciso il progetto del Duomo nuovo. Nel giro di 15 anni la costruzione era a buon punto, tanto che nel 1711 si poté completare la demolizione del Duomo vecchio, e il 14 febbraio il vescovo Filippo Della Torre poté celebrare la prima messa nel nuovo.

Tuttavia le cerimonie ufficiali vennero compiute nel battistero fino al 1716, e solo nel 1729 la costruzione di S. Stefano – che era diretta da Vincenzo Bellettato di Fratta – si poteva considerare praticamente conclusa: mancavano solo la cupola e la decorazione della facciata. 
Quest’ultima, secondo le previsioni, era stata realizzata in posizione notevolmente avanzata rispetto alla precedente, per cui la nuova costruzione veniva a trovarsi a ridosso del battistero, rendendo disagevole il traffico fra porta Arquà e la piazza.

La demolizione del battistero, già preventivata, venne compiuta nel 1737. Mentre procedeva lentamente l’arredamento interno (fra l’altro, nel 1750 e nel 1764 vennero rifatti i pavimenti della crociera e della tribuna), si doveva affrontare il problema della cupola. Essa venne eretta fra il 1770 e il 1778 da Giovanni Battista Padrin da Tresto, ma l’economia imposta dalle persistenti difficoltà finanziarie fece sì che la costruzione risultasse tanto fragile che nel 1785 si rese necessario abbatterla. La sua ricostruzione venne nuovamente affidata nel 1791 a Giuseppe Sabatini, padovano, che però morì poco dopo aver avviato i lavori; questi furono portati a termine da Giacomo Quaglia da Tresto.

Per la facciata, invece, non si trovò mai la soluzione.
Nel 1737 Girolamo Vanezze aveva lasciato disposizione testamentaria per l’erezione della facciata di marmo, ma prima che si attuasse la volontà del Vanezze intervenne una legge veneta che impedì alle opere pie di ricevere simili eredità, e quindi vennero meno le risorse per il completamento del Duomo. Nel 1825 Lorenzo Urbani progettò una facciata neoclassica che, fatalmente, rimase sulla carta (come, del resto, il progetto dello stesso Urbani per il battistero del 1835).
Il problema venne riproposto all’inizio dello scorso secolo, nel 1905, quando l’ing. Antonio Mazza di Ferrara studiò una facciata di gusto eclettico, la cui storia non arrivò oltre l’approvazione della Commissione d’ornato del Comune, nel gennaio 1906. Di fatto, i soli interventi per la facciata rimasero limitati al portale, costruito nel 1833 per disposizione testamentaria di Nicolò Canalini, e alla collocazione della statua del Cristo Redentore sopra il portale stesso, avvenuta nel 1901, per iniziativa delle associazioni cattoliche della Diocesi. 

L’attuale decorazione all’interno, portata avanti con molta lentezza, è stata realizzata quasi tutta “ex novo”, recuperando ben poco delle opere del Duomo vecchio e del battistero, evidentemente ritenute antiquate e non adatte alla nuova, imponente costruzione. Tuttavia gli altari delle cappelle laterali e i loro ornamenti non risultano determinanti per qualificare la chiesa: essa ha carattere architettonico sufficientemente definito da non avere bisogno di simili supporti. Non c’è bisogno di sottolineare che la decorazione realizzata non risponde ad alcun programma organico generale.

allegati:
 •
Le preziosita' della Concattedrale
 •
La Concattedrale - Planimetria Storica 
 •
La Concattedrale - Planimetria 2000 
xxx Fonte : duomorovigo.it
inserito il 04 settembre 2007 (3740)
- Storia