povertà oltre la crisi


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Nell’anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale, un convegno parla di economia, etica e impegno per una educazione alla complessità e alla solidarietà. (http://www.combonifem.it/articolo.aspx?a=2000&t=N)

«La crisi economica e il riscaldamento globale hanno delle precise responsabilità, per questo è necessario ripensare l’economia partendo dall’etica e incorporandola alla salvaguardia dei beni del Creato». Parola di Humberto Ortis Roca, segretario esecutivo Ceas, Comision episcopal de accion social del Perù, durante il convegno Lotta alla povertà oggi oltre la crisi, appunti per il futuro svoltosi a Milano a gennaio. Riflettere in ottica internazionale, a partire dalla crisi, per comprendere che cosa significhi in questo nuovo quadro l’impegno contro la povertà è stato il fulcro del meeting organizzato nell’anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale.

Più di 200 persone, tra cui molti giovani, hanno assistito al dibattito moderato da Riccardo Moro, economista della fondazione Giustizia e solidarietà, che ha ricordato: «Siamo tutti poveri, nel senso che tutti abbiamo bisogno di interrelazioni con gli altri. Ogni nostra azione ha conseguenze sulla vita delle persone che vivono lontano da noi». Diverse realtà pastorali, culturali, civili si sono ritrovate a ragionare insieme e confrontarsi per unire competenze economiche, filosofiche, sociologiche, antropologiche per meglio comprendere la realtà attuale così articolata e complessa. Per Sergio Labate, ricercatore di Filosofia teoretica, si è dimenticato che la solidarietà dipende dal modo in cui si crea la ricchezza, ed è auspicabile «un ritorno all’antico: l’economia come teoria dei valori viventi».

Non solo personalità dalle competenze teoriche, ma anche testimoni di pratiche positive. Per una cooperazione allo sviluppo possibile Massimo Pallottino, responsabile Asia area internazionale di Caritas italiana, ha individuato quattro fronti in cui una trasformazione appare necessaria per «passare da una cultura dei bisogni ad una cultura di diritti e responsabilità, meno “partecipazione” e più “mediazione” per una nuova cultura di pace, occuparsi più di cause che di conseguenze e accettare le difficoltà dell’interculturalità e prendere la complessità come elemento a cui educare».

Si è dato vita a un gruppo di lavoro che, coordinato dal centro Documentazione mondialità e con il contributo di Riccardo Moro e Massimo Pallottino, possa riprendere i temi emersi nel convegno e predisporre una bozza di documento di sintesi da utilizzare come base per proseguire una riflessione ricca e stimolante. Per gli aggiornati su questo work in progress, si può consultare il sito della Chiesa di Milano.

xxx Fonte : portale
inserito il 12 febbraio 2010 (469)
- Gruppo Missionario