(di Enzo Bianchi - rivista Jesus - dicembre 2009)
Oggi, e non solo in campo economico e occupazionale, si parla sempre più spesso di «precarietà», termine che etimologicamente contiene il significato di ciò che è ottenuto con la preghiera (prex), dunque frutto della grazia, ma indica ormai e soprattutto ciò che è provvisorio, non garantito per sempre Tutto ciò che l’uomo ha, in realtà è precario. La stessa condizione umana è precaria, perché mutevole, instabile, fragile: ogni essere umano è sempre destinato a nascere, crescere e poi decadere fino a morire. Dovrebbe sempre meravigliarci il fatto che Dio creò cose precarie, ma, avendole create, «vide che erano buone e belle» (cf. Gen 1,4.10.12.18.21.25).
Poche cose sono precarie come un fiore ma chi, siccome il fiore è precario, non sa vederne la bellezza?
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