"Imputato Caino, alla sbarra"


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IL PROCESSO (avvenire - 08.12.2009)

L'ACCUSA Procedimento nei confronti di Caino, figlio primogenito di Adamo ed Eva, imputato del reato di cui agli art. 575, 576, 577 e 61 n. 1 e 4 c.p. e 4 legge 18.4.1975 n. 110 per avere cagionato la morte di Abele colpendolo con un’arma rimasta sconosciuta, agendo per motivi abietti, con crudeltà e premeditazione nei confronti della vittima, che era suo fratello.

IN FATTO Adamo ed Eva cacciati dal giardino dell’Eden concepirono Caino, il loro primogenito, e poi Abele. Abele era pastore di greggi, Caino era agricoltore. Caino offriva al Signore i frutti del suolo, Abele i primogeniti del suo gregge. Il Signore gradiva i doni di Abele, non quelli di Caino. Caino ne fu molto irritato. Caino invitò Abele in campagna e lì alzò la mano contro di lui e lo uccise.

IN DIRITTO Questa è la storia, così come ce la racconta la Genesi, ma come in ogni processo che si rispetti va prima di tutto analizzato il rapporto vittima-colpevole. Sappiamo che erano due fratelli, che avevano ricevuto la vita dalla stessa fonte (Adamo ed Eva), ma come spesso succede, erano profondamente diversi per gusti, attitudini e inclinazioni.

Tutti e due offrono sacrifici, i primi nati del gregge Abele, i frutti della terra Caino. Il primo immola le vittime, il secondo i frutti della terra, non i più cattivi, ma quelli ordinari, normali. C’è questa grande differenza, che sarà all’origine della tragedia. Perché Dio non considera i doni in quanto tali, ma il cuore di chi li dona. Qui entra in gioco la gelosia, che si manifesta con 1’«abbattimento del volto».

xxx Fonte : duomorovigo.it
inserito il 09 dicembre 2009 (497)
- Chiesa