Lazzati, il Concilio e noi...


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*Pubblichiamo, con alcuni tagli, la prima parte della relazione presentata al Convegno: “Lazzati, il Concilio e noi…”, tenutosi a Roma il 21 novembre per iniziativa dell’Azione Cattolica Italiana, del Meic, della Fuci, del Mieac e di Città dell’uomo.

(di Marco Ivaldo, le intuizioni di Lazzati sull'essere cristiani)

È trascorso un secolo dalla nascita di Giuseppe Lazzati (Milano 22 giugno 1909) e più di venti anni sono passati dalla sua morte il 18 maggio 1986. La sua personalità, la sua testimonianza, il suo pensiero costituiscono un punto di riferimento spirituale vivo per molti. Si è avviata la causa di beatificazione, che ha superato la fase diocesana e si trova adesso davanti alla Congregazione per le cause dei Santi.

Certamente molte cose nella società, nella politica, nella cultura, nella chiesa sono mutate, talora profondamente mutate, da quando Lazzati ha lasciato la scena di questo mondo, con l’estremo messaggio, riferito da alcuni testimoni, di “costruire l’uomo, con impegno”. Nei suoi testi, poi, molte formulazioni risentono del tempo storico, del contesto culturale, dell’orizzonte dottrinale in cui sono state elaborate.

Tuttavia attraverso queste formulazioni e nei suoi scritti operano e si manifestano alcuni pensieri fondamentali sulla responsabilità e la testimonianza del cristiano laico, che offrono a mio giudizio una visione tuttora consistente e valida sull’esistenza del cristiano nel mondo, e si pongono come un contro-canto produttivo rispetto ad altri punti di vista, che probabilmente godono oggi di più visibilità e apparente successo, ma che a mio giudizio non sprigionano altrettanta forza di verità e una paragonabile persuasività.

xxx Fonte : portale
inserito il 24 novembre 2009 (459)
- Azione Cattolica