Enzo Bianchi (29/9/07)


Incontro di apertura del 140° dell’Azione Cattolica Italiana (Enzo Bianchi – Priore della comunità di Bose)  

Castel S. Pietro – sabato 29 settembre 2007

Desidero innanzitutto ringraziare il Presidente Alici per l’invito a questa memoria dell’origine dell’Azione Cattolica ed esprimervi la mia gioia di essere qui, anche perché, e credo lo sappiate tutti, l’Azione Cattolica mi ha accompagnato da piccolo fino all’università, quindi da Fiamma Bianca fino alla Fuci, appena prima di approdare alla scelta monastica.

Di conseguenza l’Azione Cattolica, nella quale avevo posti di responsabilità nella mia chiesa locale, la diocesi di Acqui, è quella che ha plasmato la mia fede e anche il mio impegno politico nel tempo della mia giovinezza, prima che il monachesimo mi chiamasse su altre strade. Dieci anni fa Segno nel Mondo chiese a me, ad Alberto Monticone, a Pietro Scoppola, a Padre Sorge e all’allora Presidente dell’ACI Giuseppe Gervasio, di interagire sulla scelta religiosa a trent’anni dalla promulgazione dello statuto del ’69. Interagire sul suo significato per la Chiesa italiana del post-Concilio e sulla sua attualità e fecondità per oggi. E andando a rileggere quelle pagine, e sono contento di trovarmi questa sera almeno con Alberto Monticone sullo stesso tema, ho ritrovato quelle osservazioni da me fatte circa le prospettive di fondo implicate dalla scelta religiosa.

E rileggendole ho ancora dovuto effettivamente dare un giudizio di validità anche per l’oggi.

Evidenziavo allora tre punti: il primato della fede, il recupero della dimensione escatologica nell’esperienza di fede della chiesa e il contributo dell’Azione Cattolica nell’aiutare le chiese a ritrovare luoghi in cui apprendere l’arte della comunicazione o, meglio ancora, l’arte della comunione.

xxx Fonte : portale
inserito il 29 settembre 2007 (499)
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