VERSO LA FESTA DI “TUTTI I SANTI”


immagine

In paradiso non ci sono classifiche legate alla santità, né santi che in qualche modo siano più potenti di altri.

Immaginiamo, piuttosto, che l’essere in paradiso, cioè l’abitare per sempre nel cuore di Dio, sia la pienezza di tutti quei piccoli e poveri gesti d’amore che ognuno di noi ha potuto compiere in terra.

In questa realtà, perciò, nessuno rinuncerà ad amare Dio e i fratelli.

San Paolo lo aveva chiarito quando aveva scritto che tra la fede, la speranza e l’amore, alla fine sarebbe rimasto per sempre proprio l’ultimo.

Questo, per ognuno di noi, vuol dire che qualsiasi sia la situazione di vita e malattia, possiamo certi di avere a disposizione un piccolo angolo di Paradiso.

C’è una possibilità di misericordia di Dio per ogni ambito, anche oscuro, delle nostre esistenze. Di conseguenza, il paradiso non è poi così lontano dalla terra tanto da scordarsene o disinteressarsene. I santi, trainati dalla forza di Cristo risorto, sono pezzi di vera umanità, anche della nostra umanità.

Un’umanità fatta di relazioni cui, a immagine della stessa Trinità, loro non possono venir meno, non possono sot- trarsi.

In forza di questo senso profondo, solo per esemplificare, anche la protezione dei santi Crispino e Crispiniano ai calzolai, o di san Giuseppe da Copertino agli studenti, trova un suo significato, pur quasi familiare.

Certo, papa Francesco (omelia a Santa Marta 09.06.15) ha detto che “l’ultima parola di Dio si chiama Gesù e niente di più”. Questo significa che dobbiamo inquadrare evangelicamente anche la nostra devozione ai santi.

Dobbiamo ricordare che non sono i santi a fare i miracoli, in qualsiasi modo li intendiamo, ma Dio. Così la nostra preghiera è indirizzata a Dio, pur se decidiamo di affidarla ai santi.

Anche se ci conforta, ci sostiene la compagnia, il sostegno, la vicinanza fraterna al nostro santo del cuore. Se vogliamo, il pregare con loro è un modo di pregare corretto, al pari del pregare in famiglia o con la comunità.

Fuori di dubbio, comunque, per il cristiano evangelica- mente orientato, che i santi, e anche la Madonna, non sono più accessibili di un Padre affaccendato in cose troppo alte o troppo sublimi.

E nemmeno sono più “buoni e comprensivi” del nostro Padre celeste. Interpretiamoli, in modo più corretto, invece, come segni e richiami dell’amore e della vicinanza di Dio a ciascuno di noi. E come sprone e testimonianza di una vita orientata sul Vangelo.

xxx Fonte : duomorovigo.it
inserito il 18 ottobre 2015 (643)
- Pensieri del Parroco - Prima Pagina