LA NOSTRA COMUNITÀ E L’APPELLO DEL PAPA


Domenica scorsa, 06 settembre, dopo l’Angelus in piazza San Pietro, Papa Francesco ha rivolto un appello a tutte le comunità cristiane: “In prossimità del Giubileo della Misericordia, rivolgo un appello alle parrocchie, alle comunità religiose, ai monasteri e ai santuari di tutta Europa ad esprimere la concretezza del Vangelo e accogliere una famiglia di profughi”.

La Conferenza dei Vescovi Italiani ha promesso di fornire a fine settembre indicazioni operative.

Non è male, in attesa di questi suggerimenti concreti, cominciare a riflettere e riscaldare il cuore.

Vogliamo, come parrocchia più grande della città, e come chiesa indicata dal nostro Vescovo Lucio per i pellegrinaggi e le celebrazioni del prossimo Giubileo, tentare di accogliere e mettere in pratica questo appello di Papa Francesco? Credo di poter dire che è desiderio di molti offrire il proprio sì.

Cristiano è colui che vive nel tempo, nella storia, che oggi ci mette a confronto con fenomeni migratori globali e inarrestabili.

Il Papa, domenica, ha voluto unire due cose: siamo nell’anno del Giubileo e l’accoglienza è una dimensione fondamentale della Misericordia, è l’attenzione all’altro, il camminarci insieme, il farsene carico. E, insieme, c’è l’idea della nuova evangelizzazione: non si tratta di spiegarla a parole ma con azioni concrete. Il modo di rendere credibile l’annuncio di Gesù Cristo Salva- tore è proprio quello di stare dentro questa realtà di gente che fugge dalla guerra e dalla paura.

E’ il Vangelo di Matteo, al capitolo 25. L’incontro con Cristo non è teorico: ero forestiero e mi avete accolto; chi non mi accoglie si pone lontano da me. Sono state promesse, ripeto, dai Vescovi italiani, linee guida nazionali con suggerimenti per risolvere i problemi concreti, burocratici, ma far finta di niente non si può. Delegare l’accoglienza solo alla Caritas? Non è in linea con la richiesta del Papa.

A cosa possiamo concretamente pensare: a un appartamento offerto in comodato d’uso o con un canone d’affitto simbolico, per un tempo determinato, con la comunità parrocchiale che copra, sempre per un tempo determinato, le spese per le utenze e l’alimentazione? 150 persone che offrono mensilmente 10 euro potrebbero essere sufficienti per coprire le spese basiche? Si tratta solo di un’idea, non ancora vagliata con persone competenti, che in parrocchia non mancano.

Al tempo stesso si renderanno necessari volontari che aiutino nell’inserimento nella scuola, nel tessuto sociale e nella ricer- ca, assieme a loro, di un lavoro regolare.

L’obiettivo finale: accoglienza e accompagnamento a una vita autonoma e a un pieno inserimento, se la famiglia così accolta dalla comunità decidesse di rimanere in Italia e ne avesse le condizioni giuridiche per rimanere.

xxx Fonte : duomorovigo.it
inserito il 12 settembre 2015 (366)
- Pensieri del Parroco