2 Agosto - Santo Stefano papa e martire - il nostro patrono


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Santo Stefano, papa e martire, era romano di origine e suo padre si chiamava Giulio. Altro non sappiamo della sua famiglia.

Viene eletto al pontificato come successore di Lucio I al tempo di Valeriano (253-260 ca.), che per qualche tempo lascia in pace i cristiani, già agitati per conto loro.

Infatti, c’era anzitutto il problema di come trattare i lap- si (“ i caduti”), ossia quei cristiani che in tempo di per- secuzione hanno ceduto per paura di essere uccisi e che poi, pentiti, chiedono di essere riaccolti: un aspro terre- no di scontro tra rigoristi e indulgenti.

Papa Stefano non teme di prendere una posizione indul- gente verso i pentiti che vogliono tornare.

Ci sono stati, poi, in Spagna due vescovi, Basilide e Marziale, che hanno rinnegato Cristo durante una perse- cuzione: ora, passato il pericolo, i loro diocesani sono sì disposti ad accettarli, ma solo come semplici fedeli.

Costoro invece rivogliono pure i vescovadi, arrivando a ingannare papa Stefano, che dà loro ragione, facendo, così, infuriare i fedeli di Spagna e anche quelli del Nor- dafrica, guidati dal grande Cipriano vescovo di Cartagine.

Ansioso di preservare la tradizione dei suoi predecessori in materia di carità e di fede, papa Stefano, provvide alle necessità di "tutte le province di Siria e d'Arabia".

Altro nodo da sciogliere: ai suoi tempi i paramenti in- dossati dal clero per celebrare la messa e gli altri servizi della Chiesa non differivano per foggia o materiale da quelli indossati normalmente dai laici.

Papa Stefano, secondo il Liber Pontificalis, ordinò che i paramenti che venivano usati per fini liturgici non fossero impiegati nel lavoro quotidiano.

Infine un nuovo motivo di discordia sorse nella chiesa: il cosiddetto “battesimo degli eretici”.

Si tratta di quei battezzati nelle molte sètte cristiane di allora, che poi chiedevano di entrare (o di ritornare) nella Chiesa.

A Roma e in altre parti del mondo cristiano del tempo, questi fratelli separati vengono riaccolti senza esigere un secondo battesimo.

In Africa, invece, lo si richiede. Non considerano vali- do quel battesimo (ed è anche vero che in certe comuni- tà staccate dalla Chiesa non tutti battezzano rigorosa- mente "nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo" e c’è chi infila nella formula anche altri nomi).

Questa fu un’altra spina nel breve e afflitto pontificato di Stefano.

La Chiesa, all’epoca, non ha una sua compiuta teologia dei sacramenti; e non è ancora comparso sant’Agostino a chiarire definitivamente tali controversie.

Cipriano, ancora vescovo di Cartagine, motiva il suo rifiuto e Stefano ribadisce la posizione di Roma, di non ribattezzare, giustificandola solo con la sua consuetudine.

Il conflitto si fa duro, ma nel 257 sull’intera Chiesa piomba la persecuzione di Valeriano, che torna al regime duro per tenere insieme l’Impero nella guerra contro la Persia.

In questo stesso anno muore papa Stefano, decapitato dai soldati durante la celebrazione della messa. Il suo corpo viene sepolto nel cimitero a San Callisto, e poi sarà trasferito a Santa Prassede.

L’anno successivo, la persecuzione raggiunge l’Africa, dove muore per la fede Cipriano, decapitato nella sua Cartagine.

La sua festa, tanto nella chiesa greca che nella chiesa latina, ricorre il 2 agosto, giorno del martirio.

Nell’abside della nostra chiesa parrocchiale possiamo vedere il quadro di Santo Stefano che battezza Lucilla di Tommaso Sciacca (1734-1795).

xxx Fonte : duomorovigo.it
inserito il 31 luglio 2015 (605)
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