IL GENDER


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L’ideologia del “gender” sostiene che la persona umana è sessualmente indefinita e indefinibile, rischiando di eliminare, in questo modo, l’idea che gli esseri umani siano divisi in uomini e donne. Aldilà delle evidenze anatomiche, viene così sottinteso che il genere non è una determinazione fissa della natura, ma il risultato di una cultura o di un’epoca.

Per l’ideologia del gender, il “naturale” non è un valore umano e si fa necessario superare anche la distinzione tra natura maschile e femminile delle persone. Con l’obiettivo di superare le discriminazioni, non vengono prese in considerazione le differenze. Si afferma che le spiegazioni naturali sono formulazioni ideologiche per mantenere una certa posizione sociale.

Di conseguenza, la famiglia viene svalorizzata in favore della libertà individuale, viene svalorizzata la maternità naturale e il matrimonio e vengono ribassati i valori religiosi.

Nell’udienza generale del 15 aprile scorso, papa Francesco affermava: “La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza. Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del “gender” non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione. Per risolvere i loro problemi di relazione, l’uomo e la donna devono invece parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più. Devono trattarsi con rispetto e cooperare con amicizia. Con queste basi umane, sostenute dalla grazia di Dio, è possibile progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita. Il legame matrimoniale e familiare è una cosa seria, lo è per tutti, non solo per i credenti. Vorrei esortare gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta”.

Come Chiesa, dobbiamo credere che l’educazione rende possibile superare le diseguaglianze educative e le discriminazioni, mirando a creare, comunque, delle reti di protezione contro le esclusioni. Allo stesso tempo, il rispetto dei diritti di tutti non può imporre, ad ogni costo, la distruzione di valori consacrati in ambito familiare.

Così pure non è lecito lasciare da parte gli aspetti biologici e psicologici naturali. La differenza tra uomo e donna non può essere considerata un fatto puramente sociale: è un dato biologico, originato dalla natura stessa. A partire dalla prospettiva della fede cristiana sappiamo che Dio ha creato l’essere umano, maschio e femmina (Genesi 1,27).

La domanda che possiamo farci è: “Quale obiettivo di questa ideologia? Quale modello di società vi sta alla base? Quale possibile futuro si apre per la società?”

L’ideologia del “gender” distorce completamente l’idea di uomo e donna.

Per questo riconoscere ufficialmente, e in tempi rapidissimi, questo nuova visione antropologica che non trova un fondamento consensuale e una sufficiente base scientifica è un modo distruttivo di andare avanti.

Chi è stato eletto dal popolo per rappresentarlo deve agire in favore del bene di tutti, con uno sguardo privilegiato al futuro delle nuove generazioni. Dove si vuole o si potrà arrivare?

Dobbiamo ribadire, con il coraggio di papa Francesco, che la sessualità umana esige il riconoscere una realtà nella quale nasciamo e con la quale siamo chiamati a vivere. Non si tratta di una semplice scelta o di un condizionamento storico-culturale. La sessualità umana comprende cinque aspetti: biologico, affettivo, psicologico, spirituale e sociale.

Occultare l’aspetto biologico e enfatizzare solo, o prevalentemente, quello affettivo è un processo che sminuisce la persona umana fin dalla sua infanzia e risulterà pregiudiziale alla famiglia e alla società.

xxx Fonte : duomorovigo.it
inserito il 11 luglio 2015 (469)
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