LITURGIA E VITA


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Le tante liturgie che celebreremo in Duomo, in queste prossime domeniche, amministrando quei frutti meravigliosi della fede, chiamati Sacramenti, mi spingono a riflettere ancora con voi sulla corrispondenza tra liturgia e vita. Ecco, la liturgia non è una cosa strana, là, lontana, sull’altare e mentre il prete celebra io penso a tante cose, o recito il rosario o una novena di mia devozione personale.

C’è una corrispondenza, tra la celebrazione liturgica che poi io porto nella mia vita; e su questo si deve andare ancora più avanti, si deve fare ancora tanto cammino. Il Concilio Ecumenico Vaticano II definisce la liturgia come «la prima e indispensabile fonte alla quale i fedeli possono attingere il vero spirito cristiano». Ciò significa riaffermare il legame essenziale che unisce la vita del discepolo di Gesù e il culto liturgico. Sull’altare occorre portare la vita della settimana trascorsa e dall’altare occorre attingere la forza per la prossima Liturgia non è anzitutto un rito da compiere; è naturalmente anche questo ma, in un’altra maniera, è essenzialmente diverso: è una sorgente di vita e di luce per il nostro cammino di fede. Pertanto, la Chiesa ci chiama ad avere e promuovere una vita liturgica autentica, affinché vi possa essere sintonia tra ciò che la liturgia celebra e ciò che noi viviamo nelle nostre giornate..

Si tratta di esprimere nella vita quanto abbiamo ricevuto mediante la fede e quanto qui in chiesa celebriamo. Il discepolo di Gesù non va in chiesa solo per osservare un precetto, per sentirsi a posto con un Dio che poi non deve lo“disturbare” troppo. “Ma io, Signore, vado a messa tutte le domeniche ..., tu non immischiarti nella mia vita, non disturbarmi”. Questo è l’atteggiamento di tanti cattolici. Il discepolo di Gesù va in chiesa per incontrare il Signore e trovare nella sua grazia, operante nei Sacramenti, la forza di pensare e agire secondo il Vangelo. Per cui non possiamo illuderci di entrare nella casa del Signore e “ricoprire”, con preghiere e pratiche di devozione, i comportamenti contrari alle esigenze della giustizia, dell’onestà o della carità verso il prossimo.

Il culto, le celebrazioni liturgiche, sono l’ambito privilegiato per ascoltare la voce del Signore, che guida sulla strada della rettitudine e della perfezione cristiana. Infine, lo ripeto ancora: incontriamoci ogni domenica tra queste mura, ma non come estranei, bensì come fratelli e sorelle, capaci di darsi volentieri la mano, perché accomunati dall’amore per Cristo.

E per far questo occorre la fedeltà nella partecipazione domenicale.

xxx Fonte : duomorovigo.it
inserito il 18 aprile 2015 (486)
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