I vescovi del Nordest: italiano chi nasce in Italia


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«Cittadinanza italiana ai figli di immigrati nati e cresciuti in Italia».

È il messaggio lanciato ieri dalla Conferenza Episcopale Triveneta durante il tradizionale incontro di inizio anno delle 15 diocesi del Triveneto. Alla vigilia del 99esimo anniversario della giornata mondiale dei migranti, i vescovi del Nordest hanno posto l'attenzione su un tema delicato, l'affermazione dello «Ius soli», il diritto di cittadinanza nel Paese in cui si nasce. Una questione destinata a far discutere anche in campagna elettorale. Secondo le stime del dossier immigrazione 2012, nel Triveneto sono presenti 774 mila immigrati regolari e nell'anno scolastico 2011-2012, dalla scuola per l'infanzia alla secondaria di II grado, gli studenti con cittadinanza non italiana sono 124.227, il 4,6% in più rispetto all'anno precedente.

Ovvero le basi per promuovere una cittadinanza che possa favorire l'integrazione, la partecipazione e l'accoglienza. Ancor di più in tempi di crisi, con gli immigrati rimasti senza lavoro costretti a separarsi dalle famiglie incrociando anche il rischio della criminalità o di accettare dei lavori irregolari a condizioni di sfruttamento. «Concedere la cittadinanza ai figli di genitori stranieri che nascono in Italia - ha detto Monsignor Giuseppe Andrich, vescovo della diocesi di Belluno e Feltre e componente della commissione Italia per gli immigrati che ha riportato la posizione dei vescovi italiani - vuol dire far crescere con una propria identità queste persone».

Un obiettivo che secondo il Patriarca di Venezia Francesco Moraglia può essere raggiunto con un cambio di mentalità: «Considerando la persona come un punto inviolabile - ha detto - permettendo la sua integrazione». Il Patriarca ha auspicato che il riconoscimento di questo diritto non sia motivo di lacerazione. «Perché se così fosse le prime vittime sarebbero gli immigrati stessi. Non dimentichiamoci che l'Italia è stata una realtà di grande emigrazione, questo ci deve far riflettere». Monsignor Moraglia ha sottolineato anche l'isolamento dell'Italia: «Che nell'accoglienza agli immigrati è stata lasciata troppo sola dall'Europa - ha concluso il Patriarca - ciò nonostante il Veneto con le sue realtà sta facendo un grande lavoro».

A proposito di accoglienza sono stati ricordate le attività di Migrantes, la fondazione nata per assistere gli immigrati e tra le quale c'è l'assistenza ai profughi libici. «Che è stata prorogata di altri due mesi - ha sottolineato Monsignor Ferruccio Sant - poi non sappiamo cosa accadrà».

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dalla Voce di Rovigo 
xxx Fonte : gazzettino.it
inserito il 08 gennaio 2013 (533)
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