tantum aurora e­st


immagine CONFIDARE ANCORA NEL CONCILIO. 50 ANNI DOPO. Di fronte ai mutamenti culturali, sociali, tecnologici, economici, sociali, papa Giovanni XXIII desiderava tornare a interrogarsi e confrontarsi sul ruolo della Chiesa nella società e nella storia, chiamando i vescovi di tutto il mondo a riflettere su modi nuovi per annunciare il Vangelo di sempre e affiancare con la forza della fede e del dialogo il cammino dell'umanità nella prospettiva della costruzione del Regno di Dio. Nell'Humanae salutis appare già in filigrana la consapevolezza delle finalità del Concilio; sono già specificati i motivi di fiducia indicati, il programma di lavoro annunciato non senza invito alla preghiera; come pure si riconoscono a questo strumento presente nella storia della Chiesa le potenzialità per contribuire a incrementare la grazia nei fedeli e a far progredire il cristianesimo. Era un giorno piovoso quello del Natale del 1961, anche per questo la firma, per quanto solenne, avvenne nella Clementina e non nella Basilica di San Pietro o pubblicamente. Nel testo della bolla pontificia c'è già tutto, formulato con tale trasparenza che non giustifica l'allarmismo di alcuni, né la chiusura di altri: fortificare la fede, rimirare la propria stupenda unità, dare maggiore efficienza alle strutture, immettere l’energia vivificante del Vangelo nelle vene della comunità umana. L'imminente anniversario dell'apertura del Concilio (11 ottobre 1962 – 11 ottobre 2012), in coincidenza con l'apertura dell'«Anno della Fede», voluto da Benedetto XVI, è un'occasione da condividere. Perché «tantum aurora est» - siamo solo all'aurora dell'evangelizzazione. + Loris Capovilla   http://www.vatican.va/holy_father/john_xxiii/apost_constitutions/documents/hf_j-xxiii_apc_19611225_humanae-salutis_it.html

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inserito il 07 gennaio 2012 (516)
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