Chiesa, quale via per i separati?


“Sappiamo tutti che questo è un problema particolarmente doloroso per le persone che vivono in situazioni dove sono esclusi dalla comunione eucaristica e naturalmente per i sacerdoti che vogliono aiutare queste persone ad amare la Chiesa, ad amare Cristo… È importante che il parroco e la comunità parrocchiale facciano sentire a queste persone che, da una parte, dobbiamo rispettare l'inscindibilità del Sacramento e, dall'altra parte, che amiamo queste persone che soffrono”. Ha preso spunto da queste parole di Benedetto XVI la relazione con cui don Paolo Gentili, direttore dell’Ufficio Nazionale per la pastorale della Famiglia, ha aperto a Salsomaggiore il Convegno nazionale Luci di speranza per la famiglia ferita. Persone separate e divorziati risposati nella comunità cristiana (22-26 giugno 2011). È il primo Convegno che l’Ufficio della CEI dedica, con questa specifica attenzione, ad una porzione dolorosa del corpo ecclesiale, quali sono appunto le famiglie che vivono la separazione. L’ha fatto con l’attenzione a coniugare carità con verità, uscendo dall’ambiguità che nasce spesso dalla faciloneria o dall’ignoranza. “Il relativismo non permea soltanto il clima culturale contemporaneo – ha detto Gentili – ma talvolta rischia di intaccare il nostro stesso agire ecclesiale”, finendo per ingenerare confusione tra i fedeli circa i motivi dell’esclusione dall’accesso ai sacramenti dei separati risposati o riaccompagnati. Il sito del convegno

xxx Fonte : portale
inserito il 08 luglio 2011 (523)
- Gruppo Emmaus