Una Chiesa dal volto umano


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  di Matteo Prodi (il Margine – Mensile dell’associazione culturale Oscar A. Romero – 2011 n. 3)

Il tema di questa riflessione è molto dibattuto. Vorrei recuperare, al termine di un sintetico ragionamento, alcuni dati della scrittura e del Vaticano II. Procederemo chiedendoci quale volto di Chiesa appaia oggi; guarderemo al nodo teoretico di fondo che, a mio avviso, blocca la Chiesa nel suo rapportarsi al mondo; ci chiederemo perché oggi la Chiesa non sa pronunciare parole di benedizione sulla vita dell’umanità. Non c’è chi non abbia almeno una volta fatto esperienza della fatica ad incontrare il volto umano della Chiesa. Pensiamo ai sacramenti (L. Chauvet, L’umanità dei sacramenti, Edizioni Qiqajon, Bose 2010): dovrebbero poter mostrare la possibilità concreta, carnale, dell’incontro Dio-uomo, ma spesso finiscono per allontanarci dalla fede. Tante celebrazioni eucaristiche sono certo lontane dall’indicare il banchetto escatologico-nuziale; tantissime confessioni sono tutto tranne che la festa del Padre che ci accoglie. Il lato istituzionale della Chiesa fatica a mostrarci il volto materno della famiglia di Dio; non può che esserci infinita ammirazione per la fede di don Lorenzo Milani che dice: «La Chiesa è nostra madre; se è brutta, chi se ne frega». E basterebbe ricordare come, ormai molti decenni fa, Josef Ratzinger  ipotizzava: può darsi che oggi la Chiesa sia divenuta per molti l’ostacolo principale alla fede (J. Ratzinger, Introduzione al Cristianesimo, Queriniana, Brescia 2005, p. 330).  

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inserito il 03 maggio 2011 (678)
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