Se la Pira vedesse Lampedusa


immagine (di Giorgio Bernardelli -http://www.vinonuovo.it/index.php?l=it&art=374) Oggi tutti si concentreranno sull'esegesi del bossiano «fora d'i ball». Ma c'è ben poco da dire: niente di nuovo sotto il sole. Di fronte alle immagini di Lampedusa credo che sia invece molto più opportuno fermarci a riflettere sull'analisi proposta l'altro giorno dal cardinale Angelo Bagnasco, nella sua prolusione al Consiglio permanente dei vescovi italiani. Mi sembrano parole una spanna sopra qualsiasi talk-show su quanto sta avvenendo nell'isola siciliana. Per questo credo valga la pena anche qui di rilanciarle: «Non ci è consentito - ha detto il presidente della Cei - di disinteressarci di quel che avviene fuori di noi, nelle coste non lontane dalle nostre. È un'illusione pensare di vivere in pace, tenendo a distanza popoli giovani, stremati dalle privazioni, e in cerca di un soddisfacimento legittimo per la propria fame. (...) Continuare a ritenere interi popoli poveri come fastidiosi importuni non porterà lontano. Essi domandano, a loro modo, di partecipare alla fruizione dei beni materiali, mettendo a frutto la loro capacità di lavoro, e intanto chiedono ciò che finora non hanno potuto produrre. Nei nuovi scenari, è un'illusione riuscire a piantonare le coste di un continente intero. È l'ora dunque di attuare quelle politiche di vera cooperazione che sole possono convincere i nostri fratelli a restare nella loro terra, rendendola produttiva. Non si diceva forse, nel momento in cui ci si preparava a far fronte alla crisi economica internazionale, che sarebbe stata l'occasione per ridefinire le priorità e le scale di valore, in ordine alle scelte strategiche?». Questa volta gliele ha cantate chiare Bagnasco ai politici, dunque?

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inserito il 30 marzo 2011 (457)
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