Portami rispetto


immagine Una giornata per ricordare le donne vittime di violenza, in tutto il mondo ma anche in Italia. Sakineh, chiusa da quattro anni in un carcere iraniano, condannata a morte per l'omicidio del marito. Asia Bibi, cristiana in Pakistan che rischia la lapidazione, con l'accusa di aver offeso il profeta Maometto. Sono solo le storie più recenti, ma quest'anno saranno un simbolo per i milioni di donne che ogni giorno subiscono l'oppressione maschile e la violazione dei loro diritti, lontano dall'attenzione dei mass media. E se nel mondo si lotta per eliminare la pratica brutale delle mutilazioni genitali femminili e la disparità di diritti, in Italia è ancora difficile ammettere che la maggior parte delle violenze sulle donne avvenga in famiglia, per mano del partner o dei parenti. Alcuni uomini, senza distinzione tra Nord e Sud, ritengono la donna ancora un oggetto di proprietà, arrivando a punirla anche con la morte se "osa" opporsi o protestare. Ma non si tratta solo di una questione femminile: l'intera società deve muoversi. Per questo la Giornata contro la violenza sulle donne, che l'ONU ha istituito per il 25 novembre, sarà solo l'inizio di una campagna lunga 16 giorni che si concluderà il 10 dicembre, Giornata internazionale dei diritti umani. Il livello di progresso di una nazione si misura prima di tutto dal modo in cui rappresenta e tratta le differenze, sia quelle di cultura come quelle di genere. Leggi lo "Zoom" sul PM di novembre  

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inserito il 23 novembre 2010 (465)
- Gruppo Missionario