La presentazione del cineforum 2010/2011


Dopo la positiva esperienza degli incontri formativi degli anni passati, il gruppo missionario parrocchiale dei veri amici presenta alla città il nuovo ciclo di film “Il tempo delle sfide, le sfide del tempo”. L’esperienza formativa è sorta con il desiderio di far vedere l’Africa con gli occhi degli africani (2007/2008: Africa cinema), per poi passare ad un volo dall’orizzonte più vasto che abbracci anche l’Asia e l’America latina (2008/2009 Cinema, culture a confronto) e così giungere ad un confronto sulla dimensione personale dell’accoglienza e dell’ascolto (2009/2010: l’intelligenza del cuore nell’incontro con l’altro). All’inizio del cammino di preparazione del nuovo cineforum ci si è chiesti: quale ulteriore passo si può fare? Sono state scelte due parole chiave: il tempo e le sfide. Ognuno di noi vive  e vede che gli altri vivono il proprio tempo nelle incertezze- speranze, nelle crisi e nelle aspirazioni, nella paura e nel coraggio e così la storia si fa come in un film. E’ interessante raccontare in poche parole come è stata costruita la locandina del film perché essa spiega il tema di quest’anno: la nostra storia nelle sfide del tempo e nel tempo delle sfide. La locandina era vuota, bianca, e progressivamente è stata riempita così: la pellicola di un film che si nota nei segni laterali (è la pellicola della vita); una donna di spalle, il cui volto non si vede (è il volto nascosto di ognuno di noi e dell’altro che incontriamo); la donna tiene in mano il ciak del regista della storia personale, la mia, la tua, quella del nostro prossimo che incontriamo ogni giorno; dentro questo ciak, il luogo della propria intimità, ci sono i valori e le aspirazioni personali, il futuro che è fatto anche di bambini, di ragazzi, della nuova generazione che segue la nostra e che ci dice: vogliamo continuare a sorridere (i tre ragazzi che sorridono prima di giocare la partita della vita), vogliamo continuare a sperare (i tre volti africani che ci guardano) ed infine, i titoli dei film scelti tra 89 papabili, scelti perché siamo stimolati a pensare, ad ascoltare, a decidere quali ingredienti mettere o lasciarci mettere nel pane della nostra vita. Ecco allora le domande fondamentali: Con cosa possiamo impastare il pane del presente e il pane di domani? Quali ingredienti ci lasciano e quali ci consigliano gli eventi della vita quotidiana? C’è un lievito cui possiamo affidarci per il cibo solido che nutre i nostri giorni? (Enzo Bianchi, il pane di domani, La stampa, 31.12.2008) Per il nostro impasto vitale possiamo partire da temi come la giustizia, la solidarietà, la libertà, il consumo, la comunicazione, il lavoro…..ma c’è un ingrediente che ci viene comunicato con la scelta dei film proposti in questa rassegna, un ingrediente fondamentale per il pane quotidiano di oggi e di domani: ridestare in noi e nella società la cultura dei valori. Anche qui dobbiamo interrogarci su cosa siamo stati e siamo capaci di trasmettere, quali modelli culturali veicoliamo con i nostri comportamenti e le nostre scelte, quali miti dominanti, quali aspirazioni sollecitiamo nelle nuove generazioni. A cosa aneliamo, in cosa crediamo, c’è qualcosa per cui vale la pena spendere ed eventualmente dare la vita? “Se non siamo capaci di narrarlo con le nostre vite, se lasciamo che sia percepito come “reale” quanto di più artificiale si può creare nei “laboratori” di ogni tipo, non possiamo poi stupirci se la “connessione” sociale si rivela fragile quanto un segnale digitale” (Enzo Bianchi). Ecco il motivo della frase finale che si legge nella locadina  di è il la’ musicale di questa rassegna cinematografica che inizia con l’ottimo film Le concert (Il concerto) di Radu Mihaileanu, regista di "Train de vie" e "Vai e vivrai": “Qualcuno ha descritto la nostra epoca come l’epoca delle passioni tristi, in cui predominano la paura, l’insensibilità, l’odio, la diffidenza, l’indifferenza. Ma siamo noi che abbiamo fatto questa epoca e siamo noi che possiamo disfarla e trasformarla. Dipende da noi trasformare l’epoca delle passioni tristi nell’epoca delle passioni belle. Per far ciò dobbiamo recuperare la capacità di pensare, di meditare, di pregare, di cantare, coltivando e testimonianza la fraternità, la tenerezza e la solidarietà perché, come ha scritto Adlai Stevenson: “Ogni epoca ha bisogno di uomini pronti a redimere il tempo, uomini che con la loro vita ci offrono una visione del mondo come dovrebbe essere” (Alberto Degan, missionario comboniano).

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La presentazione del cineforum 2010/2011:
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inserito il 30 ottobre 2010 (491)
- Gruppo Emmaus